Per scoprire le più amate auto d’epoca firmate Alfa Romeo, bisogna ripercorrere la lunga strada della storica azienda italiana, partendo dagli esordi datati 1910 per arrivare al 2018, quando Alfa Romeo ha lanciato il primo Suv Alfa nella sua storia, l’Alfa Romeo Stelvio. A pochi anni dalla sua fondazione − con il nome di Alfa − la casa fa debuttare nel settore delle competizioni le 40-60 HP, che nel 1913 e nel 1920 vincono la Parma-Poggio di Berceto. Nel 1914 viene poi prodotta la 40-60 HP Aerodinamica (anche nota con il nome di Siluro Ricotti), che può considerarsi la prima fra “le più belle di sempre”, per le innovative linee aerodinamiche e per la carenatura realizzata con pannelli rivettati dall’Azienda Castagna. Con un motore da 6.082 cc e una potenza di 70 cv, la Siluro Ricotti si lascia oggi ammirare al Museo di Arese. Si tratta di una pioniera, che ha anticipato l’arrivo di vetture importanti come l’Alfa Romeo 8C: una 8 cilindri realizzata su progetto di Vittorio Jano nel 1930 e prodotta fino al 1939. In quegli anni − segnati dalle vittorie conseguite nella Mille Miglia, nelle competizioni Targa Florio e nella 24 Ore di Le Mans − vengono realizzate tre versioni dell’auto. La prima, in produzione fino al 1935, monta un propulsore da 2300 cc. Nel 1933 viene rilasciato il modello da competizione 8C 2600, mentre dal 1936 al 1939 tocca all’ultima serie 8C 2900 Mille Miglia con propulsore da 2.900 cc. Appartiene a questo stesso periodo un’altra “creatura” che, per eleganza e fascino, può essere annoverata di diritto fra le più belle di sempre della casa del Biscione: si tratta della 8C 2900B Le Mans, prodotta nel 1928 per la competizione da cui prende il nome, e guidata dall’equipaggio Sommer-Biondetti. Realizzata sulla base della 8C, ha 8 cilindri in linea e un motore da 2.926 cc. La vettura viene successivamente allestita nella versione Berlinetta dalla Touring, che utilizza un telaio in acciaio rivestito di alluminio e predispone lunotto e finestrini in materia plastica. Amata dai collezionisti per l’estetica seducente, vince il Concorso Eleganza a Pebble Beach, in California, nel 2008. L’anno successivo, si impone con le sue linee sinuose anche a Villa d’Este, dove ottiene il premio “best in show”.
Alfa Romeo 8C
L’Alfa 8C, in tutte le sue configurazioni, rimane ancora oggi il grande sogno di tutti gli amatori delle Alfa Romeo. Per ammirarne un’altra 8C − rivisitata in chiave moderna − bisogna attendere il modello Competizione presentato a Francoforte nel 2003: una macchina potente e bellissima − prodotta in serie limitata, con appena 500 esemplari − che monta un 8v da 450 cv. Richiama le icone degli anni Trenta disegnate da Vittorio Jano, e la dicitura “Competizione” è un riconoscimento dedicato alla 6C 2500 Competizione − auto con cui i piloti Fangio e Zanardi arrivano terzi nella Mille Miglia in 14h 02′ 05″, mantenendo una velocità media di 119 km/h. L’Alfa Romeo 8C Competizione, destinata a rimanere scolpita nella memoria collettiva, è la terza macchina che inseriamo nella rosa delle più belle del Biscione. È un’auto performante che unisce passato e presente: le linee anteriori ricalcano, in parte, l’Alfa Romeo 33 Stradale, mentre i gruppi ottici posteriori ricordano quelli della Giulia TZ. La supercar ospita un propulsore V8 da 4691 cc che sviluppa una potenza di 450 cv a 7000 giri. Sedili sportivi in pelle, guscio in carbonio, volante a tre razze e pedaliera in alluminio sono altri affascinantissimi particolari. L’auto passa da 0 a 100 km/h in 4,2 secondi e raggiunge una velocità massima di 292 km/h; la cilindrata è di 4.691 cc e il cambio a 6 rapporti è gestito attraverso i bilancieri posti dietro il volante.
Alfa Romeo Montreal
Ma accanto alle auto da corsa, l’Alfa Romeo realizza anche modelli da strada eleganti e ricercati che si presentano con il cofano lungo e l’abitacolo piccolo: basta dare loro una sola occhiata per coglierne tutta la potenza! Bella ed emozionante, ad esempio, è l’auto presentata sul finire degli anni Sessanta all’Esposizione Universale di Montreal. La casa partecipa all’evento, appunto, con il prototipo Alfa Romeo Montreal, che monta la meccanica della Giulia su una carrozzeria Bertone disegnata da Marcello Gandini. Le sue linee comunicano grinta e velocità al primo sguardo: il cofano si presenta prominente e abbassato e i fari sono nascosti dalle griglie. Il montante è provvisto di feritoie che snelliscono il design, mentre la coda è alta e corta. Il grande successo che riscuote all’Esposizione spinge i vertici del Biscione ad avviarne la produzione, montando però l’8 cilindri dell’Alfa Romeo 33 Stradale: questo comporta alcune radicali modifiche meccaniche ed estetiche. Dopo la presentazione del coupé al Salone di Ginevra nel 1970, prende il via la produzione e arrivano le nuove vetture dotate di alzacristalli elettrici e condizionatore. La cilindrata è di 2.593 cc, il cambio dispone di 5 rapporti ZF e sono presenti quattro freni a disco autoventilanti e servofreno − per l’epoca, un assetto decisamente all’avanguardia! La Montreal è una sportiva a due posti più due, che arriva a 100 km/h in 7 secondi e ha una velocità massima di 224 km/h. Nel rispetto delle norme anti-inquinamento americane degli anni Sessanta, viene dotata di un sistema di iniezione meccanica realizzato dall’Azienda Spica. La coupé Alfa Romeo Montreal presenta le seguenti dimensioni: 1.20 metri di altezza, 4.20 metri di lunghezza e 1.60 metri di larghezza. La bella plancia accoglie i comandi elettrici dei vetri, degli indicatori di direzione e del condizionatore. Lo specchietto retrovisore − unico − è posto dal lato di chi guida. Come altre “colleghe” del tempo, è dotata di starter che agevola l’avvio del motore: una volta partiti, il cambio regala performance di alta precisione. Le linee equilibrate ed eleganti la rendono la quinta auto tra quelle che possono essere considerate le più belle. Ma la produzione si ferma a soli 3.925 esemplari. La Montreal, vettura decisamente prestigiosa penalizzata dalla crisi petrolifera degli anni Settanta, è ancora oggi un capolavoro di estetica e di meccanica.
Alfa Romeo 6C 1750 GS
Tra le macchine d’epoca più emblematiche della casa, è impossibile poi dimenticare la Alfa Romeo 6C 1500 SS: appartenente alla serie Alfa 6C, fu prodotta in differenti versioni dal 1924 al 1950. Gli “alfisti” si appassionano presto a questa 6 cilindri che inizialmente sprigiona una potenza di 44 cv. In breve tempo, con il passaggio dal motore monoalbero alla testata con doppio albero a camme, si arriva all’Alfa Romeo 6C 1500 SS da 1.487 cc: vettura più spinta che permette a Giuseppe Campari di vincere la Mille Miglia nel 1928. Nel biennio che segue (1929 e 1930), il trionfo viene replicato con la 6C 1750 SS − guidata dai piloti Campari e Ramponi − e con la 6C 1750 GS − con la coppia Nuvolari-Guidotti. Negli stessi anni sono prodotte anche le configurazioni Sport e Turismo. Le cilindrate continuano ad aumentare fino ad arrivare alla 6C 2500, l’ultimo modello presentato. La Freccia Oro è una berlina a 5 posti con cambio a 4 marce, che raggiunge i 155 km/h. Elegante e ricercata, nella versione speciale 6C 2500 Super Sport (SS) si aggiudica la Coppa d’oro al Concorso Eleganza Villa d’Este nel 2011. La versione Super Sport è un coupé a due porte con cilindrata di 2.443 cc e con velocità massima di 177 km/h. La meccanica comprende un motore a 6 cilindri, la trazione posteriore e i freni a tamburo idraulici.
Giulietta Spider
Arriviamo così a un’altra auto-icona del marchio: la bella e vivace Giulietta Spider, prodotta tra il 1959 e il 1962. Disegnata da Franco Martinengo dietro commissione della carrozzeria torinese Pininfarina − e ispirata alla Lancia Aurelia Spider −, presenta linee da cabriolet e interni con finiture curate nel dettaglio; nel corso della produzione, il parabrezza panoramico viene sostituito da quello piatto. La Giulietta Spider decappottabile dispone di 65 cv, che diventano 90 nella versione Veloce: la prima serie vede un’elegante moquette ricoprire il tunnel e la leva del cambio con cuffia alla base. Il tachimetro arriva a 180 nella Spider e a 220 nella Veloce. Il motore è un 4 cilindri da 1.290 cc e la trazione è posteriore: la versione viene allestita con carburatori a doppio corpo Solex 35 mentre nella Veloce i carburatori sono gli Weber 40 DCOE3. Nel 1959 prende il via la seconda serie con il passo maggiorato (2250 mm), che impone un nuovo disegno del tetto, mentre le luci posteriori sono complete di indicatori laterali di direzione. Cambiano gli interni: il sedile è regolabile e il cambio ha un assetto più corto. Le variazioni apportate al motore permettono di raggiungere una maggiore velocità: infatti, mentre la Spider passa da 0 a 100 km/h in 14 secondi, alla Veloce ne bastano 11. Con la terza serie, datata 1961, diventano evidenti le modifiche stilistiche ai fari posteriori (più grandi) e ai parafanghi (più larghi). Gli interni presentano rivestimenti più eleganti e un differente specchietto retrovisore; cambia, inoltre, l’ubicazione del posacenere cromato, che viene ora a trovarsi sulla plancia. Dal 2010 l’Alfa Romeo 147 viene sostituita dalla nuova Alfa Romeo Giulietta, che, staccandosi dallo stile delle Alfa allora in produzione, riprende le linee della Giulietta e della Giulia degli anni Cinquanta e Sessanta.
Nel 2017 la Giulietta SS Prototipo disegnata da Franco Scaglione si è aggiudita il titolo di Best of Show al Concorso d’Eleganza Villa d’Este. Da questo prototipo furono poi prodotti poi 1.350 circa esemplari fino al 1962.
Giulia Alfa Romeo GTA
Le diverse versioni GTA ci hanno presentato vetture che sono rimaste nella storia dell’automobilismo, oltre che per le prestazioni, anche per la bellezza “regale” del design esterno ed interno. Le Gran Turismo Alleggerito sono diventate un mito e tutte meritano di essere ricordate. È impossibile non menzionare la Giulia Alfa Romeo GTA presentata al Salone di Amsterdam nel 1965. La vettura progettata dall’ing. Carlo Chiti − direttore di Autodelta − viene prodotta sulla base della coupé Giulia GT, che a sua volta derivava la propria meccanica da quella della Giulia. Le linee non variano, ma viene profondamente modificato l’assetto interno, da cui scompaiono le poltrone posteriori (sostituite da una seduta più piccola). Il problema di quest’auto era infatti il poco spazio disponibile per gli occupanti del sedile di dietro, che risultava inferiore a quanto richiesto dal regolamento delle competizioni europee. Al Salone dell’Automobile di Amsterdam, nel 1965, viene presentata una vettura dal peso nettamente inferiore ai 950 kg della Giulia Sprint GT: la nuova Alfa Romeo GTA ne pesa, infatti, solo 745. A questo alleggerimento hanno contribuito tanto i vetri in plexiglass quanto le lamiere in Peraluman 2 (una lega composta da alluminio, manganese e zinco, che fa perdere alla vettura ben 200 kg). I propulsori da 1.570 cc e i carburatori Weber DCOE 45, poi, la rendono ancora più scattante. Tra il 1966 e il 1972 la Giulia GTA vince i campionati europei Turismo aggiudicandosi 4 titoli Piloti e 5 Costruttori. Nel 1967 viene realizzata la versione SovraAlimentata (SA), con motore che sprigiona 220 CV a 7.500 giri/minuto e fa segnare al tachimetro una velocità massima di 230 km/h. Volendo partecipare anche a competizioni in cui è richiesta una cilindrata inferiore, nel 1968 i vertici dell’Alfa Romeo presentano la GTA 1300 Junior con motore 1.300 da 165 cv. La potenza cresce a 180 cv, grazie all’adozione della testa a sedici valvole con cui raggiunge i 180 cv a 9300 giri. La trazione è posteriore e il cambio dispone di 5 marce. Fino al 1975 vengono prodotti 447 esemplari della vettura, di cui 300 da competizione. Oltre ad aver collezionato numerosi premi, questo modello ha anche battuto diverse auto da competizione di potenza superiore − come è accaduto, per esempio, sul circuito spagnolo di Jarama con la Ford Capri. La storia di questa Alfa Romeo prosegue con l’arrivo della GTAm sviluppata da Autodelta, che utilizza la 1750 GT Veloce per realizzare le nuove 1750 e 2000 GTAm. L’iniezione diventa indiretta e la cilindrata è di 1779 cc con potenza di 210 cv: nel 1970 le auto si fregiano del titolo europeo. I successivi sviluppi vedono la GTAm con 2.000 cc e una potenza che arriva a 230 cv.
Alfa Romeo Duetto
Una delle più belle vetture di tutti i tempi rimane l’Alfa Romeo Duetto, prodotta in 4 serie dal 1966 al 1994. Realizzata sul pianale della Giulia, ma con passo accorciato, guadagna maggiore agilità: la lunghezza passa così da 4,25 a 4,12 metri. Le linee ricordano un cefalopode, poiché presentano fiancate convesse, con la parte posteriore e quella anteriore entrambe arrotondate. Nella versione Osso di Seppia, il propulsore è da 1600 cc. Ma nel 1967 esce dagli stabilimenti la versione con il motore da 1.779 cc: si tratta della 1750 Spider Veloce, cui si accompagna una versione meno potente − la 1300 Junior. La serie a Coda Tronca è realizzata tra il 1969 e il 1982: le nuove linee sono influenzate dalle moderne teorie aerodinamiche che comportano anche una modifica del parabrezza. Contagiri, contachilometri e consolle centrale richiamano le mitiche vetture sportive degli anni Settanta. La versione 1600 viene prodotta fino al 1982, e sostituita dalla terza serie dotata di spoiler, fari posteriori maggiorati e paraurti che avvolgono il muso della vettura. Il cruscotto, prima a due palpebre, diventa ad una palpebra sola e ospita tutti gli strumenti. Le motorizzazioni sono 1.600 (102 cv) e 2.000 (128 cv), e l’hard top è uno degli optional. Nel 1989 subentra la quarta serie della Alfa Romeo Duetto con interessanti novità stilistiche − come il paraurti integrato −, scompare lo spoiler e ai gruppi ottici viene data una linea più attuale. Gli interni sono beige o neri e alle tinte classiche della carrozzeria si aggiunge il giallo. In totale sono state prodotte oltre 18.000 vetture in tre versioni.
Alfa Romeo Zagato
Il campionario delle Alfa Romeo più belle comprende anche vetture come la RZ − versione roadster della SZ, costruita utilizzando il telaio della Alfa 75. Dotata di cerchi in lega e assetto ribassato, si presenta con un retro-auto alto e un muso basso e grintoso. La Zagato è una cabriolet prodotta dal 1992 al 1993 ricca di colori vibranti − come il rosso Alfa, il giallo e il nero −, che propone interni declinati nelle tinte panna, bordeaux e nero. La meccanica della vettura è composta da un propulsore da 2.959 cc e V6 a iniezione elettronica; l’accelerazione da 0 a 100 km/h copre un tempo di 7,8 secondi e la velocità massima raggiunge i 228 km orari. Con cambio a 5 marce e trazione posteriore, è stata prodotta in 278 esemplari.
Alfa Romeo 156 Sportwagon GTA
Ed eccoci all’ultima della lista (ma non certo per importanza): la 156 Sportwagon GTA, lanciata nel 2002. Dotata di trazione anteriore, ha un motore 3.2 V6 che permette di passare in soli 6 secondi da 0 a 100 km/h, mentre la sua velocità massima arriva a 250 km/h. Si tratta di una familiare che evoca le supercar per l’efficienza dell’impianto frenante e per la precisione dello sterzo. I parafanghi maggiorati, i fendinebbia disposti verso l’esterno e i proiettori neri le conferiscono un look grintoso e “rock”. Allo stesso modo, nell’interno, il volante a tre razze, la pedaliera sportiva e i sedili da competizione ne sottolineano la matrice sportiva.