Chi possiede un’auto storica potrà immatricolarla o reimmatricolarla con la targa originale della prima registrazione. Lo scorso 25 novembre è entrato in vigore il Decreto Ministeriale 468, emanato dalla Direzione Generale per la Motorizzazione, che “disciplina le modalità operative per il rilascio della targa storica per autoveicoli, motoveicoli e macchine agricole di interesse storico e collezionistico di cui all’articolo 60 del Codice della Strada”.
Dallo scorso 27 novembre e fino al 5 gennaio 2024 è attiva la prima fase della sperimentazione, che comprende un numero ristretto di operatori professionali per procedere con immatricolazione e reimmatricolazione delle auto di interesse storico e collezionistico non assoggettate all’obbligo di iscrizione al PRA. Una volta terminata la sperimentazione, a partire dall’8 gennaio 2024, le procedure per il rilascio saranno offerte ai possessori di auto storiche da tutti gli Sportelli Telematici dell’Automobilista delle varie agenzie territoriali private e dagli uffici della Motorizzazione Civile.
Quali auto hanno diritto alla targa storica
Grazie al nuovo Decreto, i veicoli storici potranno tornare ad avere la targa originale, aumentando in questo modo il proprio valore e rimediando all’inestetismo di un’auto di tanti anni fa con una targa attuale. Vediamo quali veicoli ne hanno diritto. Il Decreto dice che possono ottenere il rilascio della targa storica auto, moto e macchine agricole di interesse collezionistico già immatricolate in Italia e radiate d’ufficio ai sensi dell’articolo 96 del codice della strada; radiate per esportazione ai sensi dell’articolo 103 c.d.s.; radiate per ritiro su area privata, ai sensi della previgente legislazione, su richiesta presentata per la prima volta entro il 26 aprile 2006; radiate per demolizione, ai sensi della previgente legislazione, prima del 30 giugno 1998, a esclusione di quelle per le quali siano stati erogati contributi statali alla rottamazione; immatricolate in Italia e mai dismesse dalla circolazione, per le quali venga richiesta una reimmatricolazione con targa storica; prive di targhe e di documenti di circolazione, né radiate né successivamente reimmatricolate in Italia.
Inoltre la targa storica può essere rilasciata anche agli autoveicoli, alle macchine agricole e ai motoveicoli mai cessati dalla circolazione e ancora muniti di targa originale rilasciata in Italia, ma smarrita, distrutta o deteriorata: in questo caso si tratta di una copia ufficiale a tutti gli effetti. In questa prima fase, il rilascio della targa storica è possibile a condizione che sia stata già associata in passato alla relativa auto: per ora non si possono immatricolare auto d’epoca d’importazione con targhe coeve alla loro produzione, perché non sono presenti negli archivi.
Il commento dell’ASI
Il presidente dell’ASI (Automotoclub Storico Italiano), Alberto Scuro, esulta per il Decreto sulle targhe storiche. “Siamo alle fasi finali di un importante percorso che, insieme alle istituzioni coinvolte, porta a una significativa opera di tutela dei veicoli storici – le parole del presidente – . Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il Ministro e Vicepremier Salvini e il suo consulente per il motorismo storico Giovanni Tombolato, la Motorizzazione Civile, con l’attenzione e la competenza del Direttore Generale Pasquale D’Anzi, hanno svolto un lavoro tutt’altro che banale, introducendo una novità assoluta sia a livello normativo, sia di applicazione pratica”.