Che il mondo dell’auto stia andando verso un futuro a zero emissioni è ormai noto a tutti. Tuttavia, la strada per raggiungere l’obiettivo fissato dalla Commissione Europea è ancora molto lunga e irta di ostacoli. Nel corso della Cop26, la ventiseiesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, svoltasi a Glasgow, in Scozia, dal 31 ottobre al 12 novembre 2021, sono stati fissati i parametri da rispettare per raggiungere quattro obiettivi fondamentali: accelerare l’eliminazione graduale del carbone, ridurre la deforestazione, incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili e, naturalmente, accelerare il passaggio ai veicoli elettrici.
Dal 2035 solo elettrico
Proprio a riguardo della mobilità a elettrica, è stato creato un Consiglio perla transizione ai veicoli elettrici che riunisce diversi governi e rappresenta oltre la metà dell’attuale mercato automobilistico mondiale. Proprio attraverso questo Consiglio sono stati stilati i regolamenti che hanno dato vita ad una vera e propria road map da seguire per raggiungere l’indipendenza dai combustibili fossili nell’auto a partire dal 2035. Nei mercati avanzati, infatti, entro il 2035 tutte le auto e i furgoni venduti dovranno essere a zero emissioni, limite che si sposta al 2040 per tutti gli altri mercati. Le stesse case automobilistiche dovranno vendere esclusivamente modelli a zero emissioni entro il 2035. Anche le aziende dotate di una flotta dovranno utilizzare unicamente veicoli a zero emissioni entro il 2030 o prima.
Non tutti sono d’accordo
L’obiettivo è lodevole, tuttavia, non tutti nel mondo condividono le tempistiche decise dalle Nazioni Unite per raggiungerlo. La Cina, ad esempio, ha recentemente aumentato la produzione di carbone e ha dichiarato che raggiungerà l’obiettivo di decarbonizzazione soltanto nel 2070. L’India ha fissato la stessa data, mentre la Russia lo farà nel 2060. In generale, i paesi oggi in via di sviluppo sono restii ad accettare la time line imposta d’alla Commissione Europea.
L’elenco aggiornato
Ad ogni modo le nazioni che hanno sottoscritto l’impegno sono comunque molte. Molte delle quali anche extraeuropee. Ecco la lista completa.
- Austria
- Azerbaigian
- Belgio
- Cambogia
- Canada
- Capo Verde
- Cile
- Cipro
- Croazia
- Danimarca
- El Salvador
- Finlandia
- Germania
- Irlanda
- Islanda
- Israele
- Liechtenstein
- Lituania
- Lussemburgo
- Malta
- Norvegia
- Nuova Zelanda
- Olanda
- Polonia
- Santa Sede
- Slovenia
- Svezia
- Regno Unito
- Uruguay
In Italia
L’Italia ha una posizione che potremmo definire “borderline” rispetto alla questione. Secondo il Ministro Giancarlo Giorgetti “il futuro dell’automotive in Europa non può essere unicamente elettrico” e per questo motivo propone una revisione del pacchetto proposto dalla Commissione Ue. Dello stesso parere è il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, mentre più a favore è Enrico Giovannini, ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile.