Home \ News \ Prezzo carburanti: con le sanzioni alla Russia i prezzi saliranno ancora

Prezzo carburanti: con le sanzioni alla Russia i prezzi saliranno ancora

News
Pubblicato il 2 February 2023
Condividi
Al via l’embargo sull’importazione di prodotti petroliferi lavorati in Russia. E così il prezzo di benzina e diesel torna a salire

Domenica 5 febbraio è una data da segnare in rosso sul calendario per tutti gli automobilisti. Tra pochi giorni scatterà l’embargo all’importazione di prodotti petroliferi lavorati dalla Russia, una misura sanzionatoria per l’attacco all’Ucraina.

La preoccupazione tra i consumatori è aumentata, ed è ovvio, in un periodo in cui i prezzi di diesel e benzina sono alti e per di più senza lo sconto derivante dal taglio delle accise sui carburanti, terminato lo scorso 31 dicembre. Secondo gli analisti e gli esperti di settore è difficile prevedere con precisione cosa succederà dopo il 5 febbraio, ma sono tutti concordi nell’affermare che il prezzo dei carburanti, in particolar modo del gasolio, subirà una nuova impennata.

Le strategie dell’Europa

L’Unione europea non è stata a guardare e si è data da fare su due fronti per sopperire al mancato arrivo dei prodotti russi. Le compagnie europee hanno aumentato le scorte di gasolio: stando ai dati dell’ultimo Rapporto sul mercato petrolifero (Omr) dell’Agenzia internazionale dell’Energia (Iea), a dicembre le esportazioni dalla Russia hanno toccato la cifra record di 1,2 milioni di barili al giorno (mb/d), di cui 720.000 mb/d (60%) destinati all’Europa. Una cifra che per il Vecchio Continente rappresenta più o meno la metà dell’approvvigionamento. Dall’altro lato, l’Unione europea ha già iniziato a fare scorte da Medio Oriente e Asia, principalmente dalla Cina. Il rapporto con questi fornitori continuerà anche in seguito, per far fronte alla crescente domanda, con la costruzione di nuove raffinerie. Ma tutto questo potrebbe non essere sufficiente. Vediamo perché.

Diesel o benzina? La domanda del secolo!

Aumentano i costi

I nuovi fornitori si stanno organizzando per servire l’Unione europea, ma nel mentre le scorte potrebbero iniziare ad assottigliarsi, portando a un inevitabile innalzamento del prezzo dei carburanti. L’altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione sono le distanze: le nuove rotte commerciali saranno più lunghe, con conseguenti costi maggiori. Per far arrivare in Europa il greggio russo ci vuole più o meno una settimana; mentre dal Medio Oriente e dall’Asia i tempi di viaggio possono dilatarsi fino a otto settimane. Gli aumentati costi di trasporto avranno ripercussioni sul prezzo alle pompe dei benzinai. Stando alle cifre elaborate dagli esperti, nel 2023 la spesa per le navi cisterna aumenterà del 7,2% rispetto al terzo trimestre dello scorso anno.

È meglio diesel o benzina? Quale carburante garantisce il risparmio maggiore?

In Italia è stato il Codacons a lanciare l’allarme: “Dal 5 febbraio i prezzi alla pompa di benzina e gasolio potrebbero iniziare una nuova vorticosa salita, con effetti a cascata sull’economia nazionale. A partire da tale data scatterà l’embargo ai prodotti raffinati provenienti dalla Russia, che significa una riduzione di 600.000 barili di gasolio al giorno in Europa, quantità che nel corso del 2022 i Paesi europei hanno acquistato dalla Russia. La corsa agli accaparramenti e la necessità di ottenere scorte da Paesi più distanti, come Stati Uniti e Cina, porterà a maggiori costi di trasporto e a un generale incremento dei listini dei prodotti raffinati, con effetti diretti sui prezzi alla pompa” fa notare l’associazione di difesa dei consumatori.

Fra controsensi e paradossi

Questa faccenda si porta dietro diverse assurdità. La prima e più lampante è che fra i Paesi fornitori di petrolio della Cina c’è la Russia. Il che vuol dire che il greggio russo, bandito dall’Europa, continuerà a entrare nel Vecchio continente ma in una veste differente, ovvero come prodotto raffinato. Poi c’è da considerare Putin che non resta con le mani in mano in attesa delle mosse dell’Unione europea, ma passa al contrattacco vendendo più gasolio a Marocco, Turchia, Ghana, Senegal, Costa d’Avorio e Uruguay.

Pubblicato il 2 February 2023
Condividi