Nel mondo automotive il termine transizione non riguarda soltanto i veicoli elettrici, anche se molto spesso questa parola viene usata esclusivamente per parlare di vetture a batteria, ma comprende molti più aspetti del ciclo vita delle auto. Uno di questi è il riciclo di vetture e componenti a fine vita, oggetto del regolamento Ue presentato lo scorso luglio dalla Commissione europea per revisionare le norme sull’End of Life Vehicle (ELV). Il testo comunitario vuole incoraggiare il riuso dei materiali e la circolarità del settore automotive: se il regolamento sarà approvato, le vetture dovranno avere un ciclo, dalla progettazione fino al fine vita, meno impattante sull’ambiente. In attesa del via libera alla proposta europea, il Cobat si è già portato avanti (sicuro che il nuovo regolamento verrà approvato) e ha presentato il network Cyclus.
Cosa è Cyclus e come funziona
È una Rete Certificata di Autodemolitori che raggruppa gli operatori dell’autodemolizione e che, grazie alla piattaforma digitale certificata Percorso Cobat, assicura la corretta gestione di ogni componente di qualsiasi tipo di vettura, compresi i veicoli ibridi ed elettrici, permettendo alle case automobilistiche di avere accesso ai dati relativi ai veicoli immessi sul mercato e agli autodemolitori di inserire i dati dei componenti di ogni veicolo in ingresso. Inoltre la piattaforma, a cui hanno aderito Mazda, smart, Ineos e più di 150 autodemolitori, è in grado anche di esaminare report, statistiche e schede degli automezzi.
Più sostenibilità e posti di lavoro
Cyclus, oltre ad aumentare la sostenibilità del settore automobilistico, assicura anche la creazione di nuovi posti di lavoro nel comparto della selezione dei materiali, secondo quanto dichiarato durante la presentazione del progetto da Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente. Concetto confermato anche da Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, che sostiene che la piattaforma sarebbe in grado di aiutare l’Italia per quanto riguarda le materie prime, migliorando l’impatto sull’ambiente e diminuendo la dipendenza dall’estero.
“Promuovere le buone pratiche di recupero e riciclo per Cobat è un obiettivo costitutivo – le parole di Claudio De Persio, amministratore delegato di Cobat e Haiki+ -. Da tempo siamo chiamati a dare sostanza a un cambio di passo nella gestione del fine vita e il comparto dell’auto su questo ha dimostrato lungimiranza e senso pratico. Cyclus e Cobat intendono accompagnare questo processo di sostenibilità in modo pieno, fornendo una soluzione innovativa ed efficiente per facilitare il raggiungimento degli obiettivi essenziali di tutela ambientale e di trasparenza”. Ricordiamo che, secondo i dati ISPRA del 2022, l’Italia è la nazione con il parco auto circolante più vecchio d’Europa, con un’età media di oltre 12 anni a vettura e vanta anche il primato europeo per possesso di automobili con 672 auto e 897 veicoli ogni 1.000 abitanti.