Il Canada ha recentemente deciso di imporre dazi del 100% sulle auto elettriche importate dalla Cina, una mossa che riflette le tensioni commerciali crescenti tra le due nazioni. Questo provvedimento, che entrerà in vigore a partire da ottobre 2024, è stato giustificato dal premier Justin Trudeau come una necessità per proteggere l’industria locale e rispondere alla sovrapproduzione cinese, sostenuta da massicci sussidi statali.
La risposta della Cina
Pechino ha reagito duramente, definendo la misura un atto di protezionismo che danneggerà la cooperazione economica e il processo di transizione ecologica del Canada. L’iniziativa canadese, come quelle prese da altri Paesi, arriva per tentare di bilanciare la concorrenza sul mercato delle auto elettriche e rafforzare la produzione interna. Tuttavia, questo scontro potrebbe avere ripercussioni significative sugli scambi commerciali tra le due nazioni e sui consumatori canadesi, che potrebbero veder crescere sensibilmente i prezzi delle auto elettriche. Anche quelle non propriamente cinesi, ma con componenti provenienti dal Paese del Dragone.
Il resto del mondo
Anche gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno adottato misure simili. Negli Stati Uniti, il governo ha imposto dazi per contrastare quella che ritiene essere una concorrenza sleale dovuta ai massicci sussidi statali cinesi. L’Inflation Reduction Act, una legge chiave dell’amministrazione Biden, mira a favorire la produzione interna di veicoli elettrici attraverso incentivi significativi, rendendo più difficile per i produttori cinesi competere sul mercato americano. In Europa, infine, la Commissione Europea ha avviato un’indagine per verificare se i produttori cinesi di auto elettriche stiano beneficiando di sussidi illegali che distorcono il mercato. A seguito di questa indagine, l’Unione Europea potrebbe introdurre dazi fino al 36,3% su alcune importazioni di veicoli elettrici cinesi.
Cosa accadrà in futuro?
Queste misure riflettono la crescente preoccupazione per l’impatto della concorrenza cinese sull’industria automobilistica europea, che sta investendo massicciamente nella transizione verso i veicoli elettrici. Questi sviluppi indicano una tendenza globale verso il protezionismo nel settore automobilistico, con i principali attori che cercano di difenderele loro industrie nazionali dalla concorrenza cinese. Tuttavia, tali misure rischiano di inasprire ulteriormente le relazioni commerciali globali e di avere effetti negativi sui consumatori, che potrebbero vedere un aumento dei prezzi e una riduzione della scelta nei mercati locali.