La corsa all’auto elettrica è in pieno svolgimento e i pretendenti sono tantissimi. A start-up e case automobilistiche tradizionali che hanno messo al centro della propria produzione i veicoli a zero emissioni, si aggiungono ora i colossi della tecnologia. Troppo ghiotta l’opportunità e troppo ricca la torta da spartirsi per lasciarsi sfuggire l’occasione.
Alibaba, Baidu, Xiaomi, Huawei, Oppo, Tencent, solo per citare alcuni marchi, si aggiungono a Google, Apple, LG e Samsung (queste ultime due impegnate da tempo nello sviluppo delle batterie, che sono il cuore delle vetture “green”), e hanno presentato propri modelli di auto a zero emissioni. Ma il loro impegno va oltre i veicoli elettrici: i colossi della tecnologia puntano alle macchine a guida autonoma, ai robotaxi e alle auto di nuova concezione, i cosiddetti intelligent vehicles.
Vantaggi e limiti
I colossi dell’hi-tech hanno dalla loro la grande esperienza in vari settori a livello di dispositivi tecnologici, sistemi informatici e servizi connessi, che rappresentano una parte sempre più importante della progettazione di un’auto. Ma la strada da percorrere è ancora tanta: fino a ora nessuna azienda dell’informatica è riuscita a commercializzare un proprio EV. L’ostacolo da superare resta la produzione su larga scala: questi colossi non sono ancora attrezzati per una catena di montaggio e un processo di assemblaggio profondamente diversi da quelli per la produzione di cellulari, elettrodomestici e computer.
La situazione dei principali mercati
La Cina fa le cose in grande. I giganti tecnologici cinesi hanno investito più di 20 miliardi di euro nell’elettrificazione dell’auto, in quello che da anni è il più grande mercato al mondo per le vetture a zero emissioni. Xiaomi ha annunciato investimenti per 10 miliardi di dollari nell’emobility, Baidu altri 7,7 miliardi, mentre Huawei si è detta disponibile a mettere sul piatto un miliardo di dollari. Il gigante dell’e-commerce Alibaba ha stretto un’alleanza con Honda per accelerare i test sulla AutoX, la tecnologia per la guida autonoma. Baidu, il Google cinese, ha fatto sapere che il suo sistema di navigazione autonoma Apollo sarà installato su un milione di auto entro cinque anni.
Le mosse a Stelle e Strisce
Negli Stati Uniti Google e Apple recitano un ruolo di primo piano nella corsa all’auto elettrica. Il motore di ricerca più usato al mondo ha iniziato a sognare il proprio veicolo a zero emissioni una ventina di anni fa, ma il piano ha subito vari cambiamenti. Google, all’inizio, ha puntato sulla produzione di un proprio veicolo, la minicar concept Firefly, ma da qualche tempo è iniziata la collaborazione con produttori di auto come FCA e Toyota. L’ultimo cambiamento è datato 2016 grazie alla creazione di Waymo: l’obiettivo di questo comparto è lo sviluppo della guida autonoma, testata in numerose città statunitensi. Apple si è gettata nella mischia da meno tempo rispetto a Google: è del 2014 il “Project Titan” che ha l’obiettivo di produrre un veicolo elettrico proprio. Dopo gli ingenti investimenti iniziali, il piano ha subito un rallentamento negli ultimi anni, ma a fine 2020 ha iniziato a girare la voce di una Apple car in arrivo sul mercato nel 2024 e di collaborazioni con Kia e Hyundai, smentite dalle due case produttrici di auto. Microsoft ha annunciato l’investimento di oltre due miliardi di dollari in Cruise, la filiale automobilistica autonoma di GM, che si occupa di auto a guida autonoma.
Il resto del mondo
La Corea del Sud ha da sempre puntano sulla produzione dei pacchi batteria: Samsung ha confermato di essere prossima alla creazione di una batteria allo stato solido in grado di percorrere 800 km con una ricarica. LG ha siglato un accordo con Magna, fornitore di componentistica automotive, per realizzare un inedito assale propulsore elettrico. Il Giappone non è da meno: l’anno scorso Sony ha presentato il proprio prototipo di auto elettrica, la concept Vision-S. Al momento le aziende di elettronica di consumo europee restano fuori dalla corsa. Ci ha provato Dyson, marchio britannico famoso per i propri elettrodomestici, ma gli investimenti su un Suv elettrico in grado di rivaleggiare con Tesla non hanno portato alcun risultato e dopo due anni ha dovuto abbandonare l’idea.