Il biodisel è un carburante ottenuto da fonti rinnovabili e può essere utilizzato puro sulle vetture moderne qualora sia espressamente indicato dai costruttori. Vediamo cos’è e come è distribuito in Italia.
Biocarburante
Quando si parla di biodiesel si intende un combustibile ottenuto da fonti rinnovabili, come gli oli vegetali, grazie ad un procedimento chimico di transesterfificazione degli oli vegetali con alcol etilico o metilico. Una volta compiuta questa procedura chimica, il biodiesel si presenta sottoforma di liquido di colore ambrato con una viscosità simile a quella del gasolio.
Il biodisel può essere utilizzato in quelle vetture che montano propulsori a gasolio di ultima generazione, mentre per le auto di più antica concezione l’utilizzo è sconsigliato perché si potrebbero formare residui che a lungo andare possono ostruire le linee di alimentazione del motore.
Quando il biodiesel viene utilizzato come additivo al gasolio si ottengono alcuni benefici per il propulsore, come un migliore potere lubrificante.
Biocombustibile
Se paragonato al comune gasolio, il biodiesel presenta alcuni vantaggi. Tra questi si segnalano la riduzione del 50% delle emissioni di ossido di carbonio e di biossido di carbonio, la riduzione di emissioni di idrocarburi aromatici ad anelli condensati, la assenza di emissioni di diossido di zolfo e la riduzione di emissione di polveri sottili.
Nonostante i vantaggi in termini di qualità dell’aria siano notevoli, esistono anche degli svantaggi come le maggiori emissioni di ossidi di azoto del gasolio, ma anche problematiche di carattere sociale. Le terre coltivate per le fonti rinnovabili del biodiesel, infatti, vedono un innalzamento del prezzo delle materie prime oltre ad un rischio di aumento di erosione del suolo.
Secondo alcuni è l’olio vegetale di scarto la miglior fonte di olio per la produzione del biodiesel, ma le forniture disponibili sono decisamente meno della quantità di combustibile derivato dal petrolio che viene bruciato per i trasporti e il riscaldamento domestico in tutto il mondo. Secondo l’Environmental Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti, i ristoranti degli USA producono circa 13,6 milioni di litri (3 milioni di galloni) di olio da cucina di scarto all’anno, mentre ad esempio in Italia si consumano annualmente 39 miliardi di litri di gasolio e benzina.
Anche se sarebbe economicamente vantaggioso usare gli oli vegetali di scarto per produrre il biodiesel, si preferisce, per questioni di mero vantaggio economico, utilizzarli per realizzare prodotti come il sapone. Per avere una fonte veramente rinnovabile di olio, dovrebbero essere considerate coltivazioni apposite. Le piante sarebbero una fonte sostenibile per la produzione di biodiesel poiché utilizzano la fotosintesi per convertire parte dell’energia del sole in energia chimica e parte di questa energia viene immagazzinata nel biodiesel e rilasciata quando bruciata.
In alcuni casi i costi di produzione del biodiesel rendono competitivo il prezzo rispetto al gasolio ma, l’attuale produzione mondiale di grassi animali e oli vegetali necessari per produrlo, non è sufficiente a rimpiazzare i combustibili fossili.
Per valutare se il dispendio energetico per produrre un litro di biodiesel sia vantaggioso occorre fare riferimento al rapporto tra energia ottenuta e energia spesa.
Biodiesel Italia
In Italia esistono produzioni medie di biodiesel da colza e girasole pari a 966 litri per ettaro. Il biodiesel, in Italia è commercializzato soprattutto nel settore del riscaldamento, mentre come combustibile da autotrazione è impiegato prevalentemente da parte di aziende di trasporto.
Nel nostro paese è cresciuto il consumo di biocarburanti. In poco più di dieci anni, grazie ai sistemi di sostegno pubblici, l’impiego è cresciuto di oltre il 600% passando da 177mila a oltre 1,2 milioni di tonnellate. La crescita ha avuto inizio a partire dal 2008, anno in cui si sono sentiti i primi effetti della legge che ha imposto obblighi “green” per produttori e distributori di diesel e di benzina.
La produzione di biodiesel in Italia è stata contingentata per il 2005 a 200.000 tonnellate, perché il costo di fabbricazione è più alto di quello del gasolio e, per renderlo competitivo, viene detassato. Aumenti di produzione, già previsti per legge, allo scopo di miscelarlo obbligatoriamente in piccolissime percentuali al gasolio di origine petrolifera, sono state poi bloccati dal governo Monti che, al fine di risparmiare fondi pubblici, ha ridotto dalle 300.000 tonnellate previste per il 2013 a 200.000 tonnellate in sede di approvazione della Legge finanziaria per l’anno 2013. Inoltre, le competenze in materia di biocarburanti sono state trasferite dal 01.01.2013 dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali al Ministero dello Sviluppo Economico, che le può esercitare anche tramite il Gestore Servizi Energetici.
Un sempre maggior numero di stazioni di servizio sta rendendo il biodiesel disponibile ai consumatori e un numero crescente di grosse compagnie di trasporto usa una percentuale di biodiesel nel loro combustibile. In Italia il biodiesel non è disponibile presso le stazioni di servizio, ma può essere miscelato al gasolio fino al 7% per migliorarne il potere lubrificante.
Alcuni produttori italiani di colza hanno proceduto alla spremitura ed al filtraggio dell’olio di colza in proprio per poi utilizzarlo per dei motori diesel modificati per un uso continuo dell’olio di colza.
Questi motori modificati ed alimentati ad olio di colza tuttavia, sono utilizzati solo per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Il processo funziona in questo modo: il consorzio di agricoltori consegna ed installa presso altre aziende agricole od abitazioni in zone prevalentemente rurali dei motori diesel modificati per essere alimentati solo ad olio di colza.
Questi motori sono collegati da un lato ad un generatore di elettricità che funziona costantemente giorno e notte tutto l’anno e dall’altro ad una cisterna di olio di colza sufficiente per alimentare il motore per un periodo di tempo molto lungo.
Come corrispettivo a chi ospita l’impianto viene garantito l’uso gratuito dell’acqua calda derivante dal circuito di raffreddamento dei motori e ceduta una piccola quota dell’energia prodotta a scopo di autoconsumo. La restante parte dell’energia elettrica prodotta viene invece ceduta al gestore dell’energia.
Distributori biodiesel
Come detto, il biodiesel in Italia è commercializzato soprattutto nel settore del riscaldamento, mentre come combustibile da autotrazione è impiegato prevalentemente da parte di aziende di trasporto. Può essere utilizzato puro su quei modelli che prevedono esplicitamente nei loro libretti d’uso il suo impiego oppure, su quelli che non lo contemplano, previo alcuni minimi accorgimenti. Il biodiesel in miscela con il gasolio, anche in percentuali ridotte, può essere usato in tutti i motori diesel.
Cercando sul web è possibile trovare un elenco di distributori biodiesel. In Lombardia, ad esempio, sono presenti nelle località di Palazzolo Sull’Oglio (BS), Broni (PV), Pegognaga (MN), Milano, Lurate Caccivio (CO) Bergamo, mentre nelle altre regioni italiane è possibile trovarlo in località quali Santa Maria Di Licodia (CT), Copparo (FE), Forlì, Ravello (SA), La Martella (MT), Cagli (PU), Partinico (PA), Fiume Veneto (PN), Città Di Castello (PG), Sansepolcro (AR).
É bene segnalare inoltre che dalla fine dello scorso anno, nelle stazioni di servizio, sono cambiate le denominazioni delle etichette dei carburanti per l’esigenza di uniformare le stesse ed evitare confusione nei rifornimenti tra un Paese e l’altro. Accanto ai tradizionali super, diesel, gpl o altri, sono quindi presenti nuove etichette di forma circolare per la benzina, mentre per i diesel hanno la forma quadrata e di rombo per i combustibili gassosi.
Le lettere con le quali sono indicati i carburanti sono la ‘E’, la ‘B’ più un numero posto per indicare la loro percentuale ecologica. Per la benzina il numero indicherà la percentuale di etanolo contenuta, ad esempio E5, E10 o E85, con riferimento al 5, 10 o 85% di combustibile ‘verde, mentre per il diesel, le sigle B7 o B10 si riferiscono a contenuti di biodiesel rispettivi del 7 e del 10%. La dicitura XTL, invece, è propria del gasolio sintetico non derivante dalla raffinazione del greggio.