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Il futuro dell’auto è elettrico, ma basta ad abbattere le CO2?

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Pubblicato il 16 February 2023
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Confermato lo stop alla vendita di benzina e Diesel nel 2035. Ma la strada è davvero quella giusta per abbattere le CO2?

La mobilità europea è destinata ad abbracciare completamente l’elettrico. Le case automobilistiche stanno progressivamente elettrificando le loro gamme prodotto già oggi, per farsi trovare pronte nel 2035 quando i veicoli BEV saranno gli unici in vendita. Questa decisione lascia tanti punti interrogativi, a partire dalla disponibilità di risorse e materie prime. Tanti esperti si chiedono se ce ne siano abbastanza per sostenere una rivoluzione con questi tempi rapidi, Toyota ha la risposta ed è no. Il più grande costruttore di automobili al mondo è convinto che il taglio delle emissioni sia possibile usando varie alimentazioni alternative e non solo le auto a batteria.

L’auto elettrica non convince Toyota

Il marchio giapponese è stato il precursore dell’elettrificazione, iniziata più di 25 anni fa con la produzione di auto ibride, e resta più che mai convinto che questa sia la soluzione. Il passaggio totale alle vetture a batteria non convince Toyota, che già dieci anni fa aveva indicato la scelta vincente: affiancare all’ibrido carburanti quali gas, idrogeno, carburanti sintetici e altre fonti poco inquinanti di energia. L’ex presidente Akio Toyoda, che ha rassegnato le dimissioni nei giorni scorsi, si è sempre dichiarato scettico sulla decisione di puntare esclusivamente sulle BEV e ha rivelato che i dubbi aumentano anche tra i vertici dei costruttori già impegnati nella transizione.

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Il colosso giapponese ha ribadito la propria posizione con le parole di Gill Pratt, capo dell’Istituto di ricerca di Toyota, che in un intervento ufficiale ha sollevato molti interrogativi legati alla disponibilità di materie prime, come il litio delle batterie, per sostenere una transizione totale ai ritmi velocissimi decisi dalla politica. Il ricercatore ha fatto riferimento a uno studio della Benchmark Minerals Intelligence che ipotizza che da oggi al 2040 la domanda di litio potrebbe superare l’offerta del 30%. Per ovviare a questo scenario, dovrebbero essere messe a punto tecnologie alternative come le batterie allo stato solido e la filiera del riciclo delle batterie che, secondo Gill Pratt, hanno bisogno di dieci anni per entrare a pieno regime. Da qui, sottolinea il ricercatore, la necessità di ricorrere a soluzioni diversificate per ridurre le emissioni.

Ibrido batte elettrico

Lo scienziato ha usato i numeri per ribadire il concetto. Prendendo ad esempio un ipotetico parco auto di 100 unità, sostituire solo una vettura con una elettrica richiederebbe la stessa quantità di litio e fornirebbe gli stessi benefici per quanto riguarda la riduzione della CO2 di 6 auto plug-in hybrid e 90 vetture full hybrid. Il ragionamento di Pratt è semplice: se la quantità di litio disponibile non è sufficiente per convertire in elettrico tutte le vetture, è meglio usarlo per elettrificare parzialmente, e rendere meno inquinanti, un numero superiore di automobili, andando avanti con il processo di decarbonizzazione, ma senza creare difficoltà ambientali ed economiche.

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Il piano di Toyota trova conferme anche in altri aspetti pratici legati all’uso dell’automobile: la soluzione ibrida si conferma più conveniente per quegli automobilisti che devono percorrere grandi distanze e non possono contare su infrastrutture e tecnologia in grado di assicurare a una vettura a batteria la stessa autonomia di una a motore. Alla luce di queste considerazioni, l’ibrido abbinato a risorse meno inquinanti del petrolio, come carburante sintetico da fonti green e rinnovabili e gas naturale, resta una soluzione gradita anche a molte case automobilistiche che, come Porsche, hanno investito grandi somme nell’elettrico.

Pubblicato il 16 February 2023
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